Farmaci, perché la riduzione dei consumi non sempre è una buona notizia
Nei primi nove mesi del 2020 il consumo di medicinali segna un calo del 3,8% ma non è necessariamente una buona notizia: lo rileva uno studio di Iqvia, la multinazionale americana leader mondiale nell’elaborazione e analisi dati in ambito healthcare. Si consumano, ad esempio, meno farmaci per il diabete. E lo stesso accade per asma e broncopneumopatia, patologie per le quali la Campania continua a primeggiare sul piano nazionale, piazzando tre province nelle prime quattro posizioni del Paese. Per consumo pro capite di tali medicinali, anche nel calo complessivo svetta infatti Benevento (6,35 unità pro capite), seguita da Napoli (5,97), quarta in Italia è Caserta (5,58). Tornando ai dati nazionali a calare è soprattutto l’uso di antibiotici: -21,3%.
Il consumo riguarda sia i farmaci in ospedale che quelli al banco, e la causa primaria non è l’improvviso miglioramento delle condizioni di salute degli italiani ma un riflesso della diffusione del Covid che impegna professionalità, attrezzature e spazi ospedalieri e costringe tanti pazienti affetti da altre patologie, ahimè spesso, a rimandare esami e finanche cure.
Le farmacie, dal canto loro, si “rifanno” in qualche modo con gli igienizzanti e le mascherine. Sono infatti quasi 30 milioni i pezzi venduti nei primi nove mesi, e solo chi crede ai vecchi luoghi comuni si sorprenderà che in cima alla classifica per spesa pro capite per igienizzanti e mascherine ci sia Genova (7,14 unità comprate per abitante maggiorenne). In fondo alla graduatoria ci sono Vibo Valentia (1,68) e Catanzaro, con 1,59 unità comprate per abitante (va precisato che i dati sono riferiti a un periodo precedente alla nomina del Commissario alla Sanità regionale calabrese).
Tornando ai farmaci, ci sono anche prodotti che segnano una crescita. Tra questi primeggiano, manco a dirlo, i farmaci per l’ipertensione (+1,1%) e la depressione (+2,5%, venduti in 795 milioni di unità). E se questi sono dati che rischiano di farvi perdere il sonno, prendetevi un calmante o un sonnifero, categoria che da sola segna un + 24% di consumo.