La pandemia aumenta il peso delle persone. E dei social
Social media sempre più rilevanti ai tempi del Covid-19 grazie alla propria capacità di condividere pensieri ed esperienze, creare nuovi rapporti, pubblicizzare la propria attività, monitorare le strategie commerciali altrui, intercettare preferenze e gusti di potenziali nuovi clienti e offrire assistenza efficace ai clienti già acquisiti, senza limitazioni spazio-temporali.
Gli utenti nel mondo
Lo segnalano il report stilato da We Are Social ed il Global Statshot Digital 2020, che quantificano in 3,96 mld gli utenti social media nel mondo, con una penetrazione del 51% sulla popolazione totale ed un incremento annuale del 10,5%. Il tempo medio trascorso quotidianamente sui social media è di 2 ore e 22 minuti. L’America resta il continente a più alta penetrazione, l’Africa quello più arretrato. La socializzazione, l’intrattenimento e la ricerca di informazioni sui prodotti e sui servizi che le persone desiderano acquistare sono i fattori che incentivano l’utilizzo dei social media, che nel mondo costituiscono la seconda destinazione più popolare per gli utenti di internet alla ricerca di informazioni sui marchi. Facebook primeggia con oltre 2,6 miliardi di clienti, seguita da Youtube e Whatsapp con 2 miliardi e Messenger con 1,3.
Giovani e anziani su Internet
Nel 2019 il 57% delle persone è stato attivo sui social, percentuale che sale più che altrove in Danimarca. I meno attivi sono gli italiani, insieme ai francesi, ultimi nella classifica europea. Nonostante il recupero in termini di utilizzo dei social, Facebook è terzo in Italia dopo YouTube e Whatsapp. Le opportunità connesse all’utilizzo dei social media sono sempre più note anche alle imprese, il 75 per cento delle quali ha utilizzato almeno un social media. In Europa a primeggiare sono quelle di Malta, Danimarca e Paesi Bassi con rispettivamente il 75% ed il 74%. Al versante opposto ci sono le aziende di Polonia, Bulgaria e Romania con il 37% e 34%. L’Italia è ancora lontana dalla vetta della classifica europea ma con un dato non molto distante dalla media europea che si attesta sul 53%.