I social sempre più fonte primaria di informazione
Cresce la centralità delle piattaforme social come fonti primarie di informazione, secondo l’ultimo Rapporto Censis, nonostante la televisione sia considerata ancora affidabile dal 69,1% degli italiani, così come la stampa (64,3%) e la radio (69,7%).
Gli anziani restano i più diffidenti nei confronti dei social, ritenuti non affidabili dal 78 per cento di questa categoria di età, anche in considerazione del rischio di manipolazione delle informazioni attraverso le fake news (40,4%). Solo il 45,8% dei giovani li considera invece molto o abbastanza credibili. Facebook, in particolare, è ritenuto dal 31,4 per cento degli italiani tra i principali strumenti di diffusione delle notizie dopo i telegiornali, mentre il 20,7% ricorre ai motori di ricerca.
Il 30,3 per cento degli italiani crede alla “disintermediazione digitale” della politica, ritenendo i social network utili strumenti che consentono ai politici di interagire direttamente, senza filtri, con le persone, mentre il 29,2% è convinto che essi siano addirittura dannosi perché favoriscono il populismo attraverso le semplificazioni, gli slogan e gli insulti rivolti agli avversari.
Fake news
Anche le fake news online possono orientare l’opinione pubblica. Lo conferma un altro autorevole report “The Global Disinformation Order: Global Inventory of Organized Social Media Manipulation”, descrivendo i risultati di un lungo studio di monitoraggio sulla disinformazione online, e sottolineando il massivo ricorso a sofisticate strategie comunicative per esercitare, mediante la “viralizzazione” di contenuti mirati e l’aumento di finti followers bot, azioni di disturbo sul dibattito politico interno di un Paese.
Uno dei problemi principali è rappresentato dal fatto che le fake news, immesse nel vortice della nuova comunicazione, mai come oggi hanno una capacità di produrre danni più grande che in qualunque altro momento storico.
Esse destrutturano anche la credibilità dei social network. Tutto al fine di influenzarne l’opinione pubblica veicolando l’attenzione su determinati focus di discussione così da compromettere il pluralismo dei mezzi di comunicazione e la salvaguardia della libertà di espressione.