Lancette avanti di un’ora. Scatta l’ora legale
Il cambio di ora determinerà importanti risparmi energetici. I dati di Terna
“Cambio orario”, “lancette avanti o indietro”, “ora legale o ora solare”: sono tra le parole più ricercate in queste ore in rete. L’appuntamento è per la notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo, quando torna l’ora legale. Se smartphone e dispositivi ultratecnologici fanno tutto in autonomia, coloro che utilizzano orologi da polso o hanno orologi alle pareti devono procedere autonomamente. Le lancette dell’orologio devono essere tirate avanti di 60 minuti, dalle 2 di notte alle 3, a discapito di un’ora di sonno. Unica certezza: il ritorno all’ora legale vuol dire “primavera”. Avremo più luce la sera e le giornate si allungheranno. Il nuovo orario resterà in vigore fino all’ultimo weekend del mese di ottobre, ovvero fino alla notte fra sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021, quando si rifarà il cambio tornando all’ora solare.
Le ragioni del cambio d’ora
La convenzione che vuole che si spostino ogni anno in avanti o indietro, a marzo e ottobre, le lancette dell’orologio di uno Stato è pensata per sfruttare al massimo le ore di luce a disposizione e ridurre i consumi energetici. Mettendo un’ora in avanti, nei prossimi sette mesi in Italia avremo impatti positivi per il sistema energetico dal punto di vista elettrico, ambientale ed economico.
I benefici dell’ora legale
Secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro. Va considerato, però, che i risparmi sono stati influenzati al ribasso dal calo dei consumi energetici dovuta alla chiusura delle attività per effetto dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Per il 2021, pur permanendo una situazione di incertezza legata alla pandemia, secondo i dati attualmente disponibili Terna si attende un parziale recupero del fabbisogno energetico e quindi valori di benefici elettrici, ambientali ed economici più simili a quelli degli anni precedenti.
Risparmi di circa 10 miliardi di kilowattora in 16 anni
Dal 2004 al 2020 Terna ha rilevato che il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1,7 miliardi di euro. Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Dalla homepage del sito Terna, www.terna.it, è visibile la «curva di carico», che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.
Il dibattito in Europa
Da alcuni anni si parla di una possibile abolizione dell’ora solare e, di conseguenza, di una conferma totale dell’ora legale. La decisione in Europa è ferma al Consiglio Europeo. Nel 2018, infatti, il Parlamento Europeo ha approvato (con l’84% dei voti) una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno, ma ha anche auspicato una decisione unitaria a livello europeo. Una consultazione online (svoltasi dal 4 luglio al 16 agosto 2018 con l’adesione record di 4,6 milioni di cittadini europei) aveva mostrato che l’85% degli intervistati è favorevole all’abolizione del cambio dell’ora semestrale. La Commissione europea aveva poi chiesto la soppressione del cambio d’ora già dal 2019, con il mantenimento per tutti dell’ora legale ma la richiesta è stata bocciata e l’abolizione del cambio era slittata al 2020: il dibattito torna in auge a ogni cambio d’ora e non è escluso che già quest’anno in Europa se ne torni a parlare.
L’ora legale causa stress?
Secondo alcuni sondaggi sottoposti alla popolazione europea, il cambio da un orario all’altro è fonte di stress. In particolare, però, a compromettere l’equilibrio psicofisico dei cittadini è il passaggio all’ora solare che prevede un’ora di sonno in più ma più ore di buio. L’accorciarsi delle giornate rende la popolazione depressa per tutto il periodo invernale. Anche però tornare alle ore di luce e all’impossibilità di dormire un’ora in più è fonte di disagio: la sensazione, allo scattare del nuovo regime orario, è quella di un mini jet-lag. Per affrontare meglio le conseguenze, la sera del 28 marzo è consigliato secondo i medici mangiare leggero. Una volta a letto, è consigliato spegnere tutte le luci per addormentarsi prima e rendere il sonno regolare: niente dispositivi elettronici, televisori o cellulari per una sera.