L’uovo di Pasqua: tra tradizione e leggenda
Perché a Pasqua si regalano le uova di cioccolato?
“E’ nato prima l’uovo o la gallina?” Se lo è chiesto addirittura Aristotele. Dipinte o intagliate, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, colorate o ricamate. Insomma, di qualunque foggia, colore, materiale e dimensione, in tutto il mondo, le uova sono il “must” della Pasqua. Ne sono pieni gli scaffali dei supermercati e le vetrine dei negozi di dolciaria, ce lo ricordano gli spot in tv e i cartelloni pubblicitari. Una tentazione alla quale in pochi sanno rinunciare. Ma perché a Pasqua si regalano le uova di cioccolato?
La tradizione dell’uovo
Oggi in dolce versione al latte o fondente, l’uovo è sempre stato un elemento ricorrente nelle culture e nelle credenze religiose di tutti i popoli, sin dall’antichità. E tra simbologia e religione, la scelta di regalare proprio un uovo non è casuale. Simbolo della vita che si rinnova, veniva donato quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la fecondità: i persiani, già 3000 anni fa consideravano l’uovo di gallina un segno augurale della natura che si rinnova; gli egiziani all’inizio della primavera regalavano uova dipinte ad amici e parenti come augurio di rinascita, mentre nella tradizione cinese è diffusa l’idea che le origini della terra vadano fatte risalire a un uovo gigante.
Il cristianesimo affianca queste tradizioni e le reinterpreta. L’uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato del miracolo della Resurrezione di Cristo. La leggenda vuole che Maria Maddalena, di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, tornando a casa per raccontare il miracolo ai discepoli, incontrò Pietro che non le credette: “ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso”. Le uova diventarono di un colore purpureo e Pietro si piegò davanti al miracolo. Da allora, alla fine di ogni messa pasquale, venivano donate ai fedeli uova dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato.
L’uovo Fabergè
Sembra però che sia stato nel Medioevo che il dono delle uova decorate cominciò ad affermarsi come tradizione pasquale. È in questo periodo storico che in Germania e nei Paesi scandinavi si diffuse l’abitudine di regale uova colorate la domenica di Pasqua. La ricca tradizione dell’uovo di Pasqua decorato è però dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro.
Dal sacro al cioccolato
Ben più recente sembra essere l’usanza dell’uovo di Pasqua ricoperto completamente di cioccolato, un dolce ormai immancabile per i festeggiamenti pasquali. Sulle sue origini emergono le più svariate interpretazioni. L’arrivo della cioccolata nella storia di questa tradizione, infatti, è piuttosto dubbia. Secondo alcuni, i primi esemplari realizzati con l’ingrediente arrivato dalle Americhe sarebbero stati realizzati in Francia ai tempi di re Luigi XIV. Fu lui che per primo, a inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte. Per altri, invece, questa variante dolciaria sarebbe stata inventata dai mastri cioccolatai torinesi che nel 700 avrebbero dato il via alla tradizione del regalo all’interno di uova prodotte con il cioccolato. E non sono mancati progressi tecnologici nel trattamento del cacao. Il pioniere è stato François Louis Cailler che, nel 1819, fondò in Svizzera il primo stabilimento per la produzione di cioccolato. Al suo interno utilizzava un particolare macchinario che permetteva di trasformare il cacao in pasta manipolabile. Sfruttando questa invenzione, nel 1875 la Cadbury, un’azienda dolciaria inglese, fu la prima a realizzare un uovo di cioccolato fondente vuoto con all’interno una sorpresa da utilizzare durante le feste pasquali. Negli anni successivi lanciò anche una variante con il cioccolato al latte che in pochissimo tempo conquistò il mercato, dando il via ad una tradizione emulata in tutto il mondo.