Shtisel, l’invalsi e la generazione fiocco di neve
(avvertimento: script populista e da anziano)
Shtisel e la scuola di Shulem
Shtisel é una serie televisiva disponibile su Netflix scritta, diretta e interpretata in maniera straordinaria. Racconta le vicende quotidiane di una comunità ebraica ortodossa senza cedere alle facili lusinghe di toni accesi, eventi sensazionali, trovate hollywoodiane. In una puntata della terza stagione, uno dei protagonisti, Shulem Shtisel, viene cacciato dalla scuola nella quale é preside; non si perde d’animo e organizza una sua scuola concorrente.
Le iscrizioni sono poche, comincia a chiamare lui i genitori per invitarli a mandare i figli a imparare da lui, ma nulla.
Poi con una trovata viene fuori una narrazione che vuole la nuova scuola molto rigida nell’accogliere gli studenti, che devono passare una sorta di esame di ammissione e, si racconta, gli stessi nipoti del preside non sono stati ammessi perché ritenuti poco preparati.
Questa voce finisce per rappresentare una formidabile pubblicità, tanto che i genitori a quel punto fanno la fila per provare a iscrivere i figli nella nuova scuola. Fine dello spezzone della serie – ambientata ai nostri giorni – e domanda retorica conseguente: cosa sarebbe accaduto nel nostro Paese, nella nostra comunità, in una situazione simile? Sapere che una scuola é più difficile, che pretende di più dai ragazzi, é ancora considerato un elemento di valore di quell’Istituto? Esporre i propri figli al rischio di giudizi, finanche di giudizi severi, é una opportunità da tenere in considerazione o un rischio da evitare?
Galli della Loggia, Origgi e la generazione fiocco di neve
Senza voler fare il verso alle analisi recenti sul Corsera del lucido conservatore filo settentrionale Ernesto Galli della Loggia, é tuttavia evidente che é successo qualcosa nel percorso di educazione dei figli – già da un bel po’ – che ha forti elementi di criticità.
I “genitori elicottero“, tutto fare e sempre pronti a difendere, e la generazione fiocco di neve (fonte: Gloria Origgi, qualcosa di almeno tre anni fa). Protetti fino all’inverosimile, portati fino a fare partite di pallone o qualsiasi altro sport senza segnare il punteggio che sennò poverini, quelli che perdono poi ci stanno male. Picculi. Protetti e osannati spesso come portatori di verità assolute e incontestabili, capaci di proferire il verbo come messia in erba già a pochi mesi di vita, tenuti al riparo da qualsiasi avversità sempre, ritenuti i migliori in assoluto in qualsiasi cosa facciano. Si sì, certo, l’amore genitoriale e solo chi lo prova sa cosa vuol dire, ma in fondo c’è sempre l’esperienza da figli di cui ciascuno avrà memoria. E perché non accadeva mai o quasi mai che i genitori mettessero, per esempio, in discussione maestri elementari, professori, intere scuole se avessero minimamente osato non dare il voto preteso da loro e dai loro figli? Perché oggi si fa con una certa leggerezza ricorso al Tar per un figlio bocciato senza nemmeno chiedersi: non è che è indietro e gli fa bene? Dove ero io mentre accadeva tutto questo? Può un intero corpo docente essersela presa con mio figlio, a che pro? Forse più spesso prevarrà l’autoconvincimento che quello é un genio. E i geni mica tutti li possono comprendere.
Le prove invalsi e l’alibi del lockdown
Poi si fanno le prove invalsi e risulta che molti sono ciucci e si dà la colpa al lockdown. Il lockdown é stata sicuramente una esperienza pesante, molto pesante, specie per chi ha certe età, ma erano ciucci pure due anni fa. Per tante ragioni, tra quelle prevalenti e poco presenti negli editoriali probabilmente una spicca: gli istituti scolastici da quando devono fare a gara per avere quanti più studenti è possibile fanno l’esatto contrario del preside in Shtisel. Sono tutti orientati al modello Cepu dei primi anni. Venite da noi, non sarà difficile diplomarsi. Anche se vi hanno già rovinato nella scuola dell’obbligo, anche se a tredici anni avete difficoltà a capire quel che leggete in italiano (figuriamoci la grammatica in altre lingue che sarà), anche se una divisione a due cifre é impraticabile (e se uno dovesse mai riuscire a farla pretenderà di candidarsi al Nobel), venite. Saremo accoglienti, vi tratteremo come giovani geni senza mai contraddirvi, vi accompagneremo al conseguimento di un diploma senza inciampi e con i voti più alti possibili. Contribuiremo volentieri a favorire il vostro percorso tracciato per andare a rimpinguare l’antica categoria sempre più rappresentata dei ciucci e presuntuosi. Per la gioia dei vostri genitori e dello status vostro e loro in tutto il condominio. E sui social, certo. Poi se al primo schiaffo che prenderete in mare aperto non saprete che fare beh, pazienza. Andrà come andrà. Per voi e per tutti noi che siamo, ahimè, su quella stessa barca.