In Italia sono il vero welfare delle famiglie, specie di quelle dove entrambi i genitori lavorano: sono i nonni, la colonna portante della società
Sono 12 milioni quelli che ogni anno aiutano i propri figli e nipoti, anche economicamente
Chi ha avuto la fortuna di averli, non può dimenticarli: la cucina che sa di buono, la casa calda e piena d’amore, le coccole senza fine. La parola “nonni” metter tutti d’accordo: patrimonio dell’umanità per tutti e a tutte le latitudini. Amatissimi, sanno educare come i genitori, ma con la dolcezza e la comprensione che viene dalle minori responsabilità. Ma andando oltre il lato affettivo, non si può non considerare come i nonni siano da sempre la colonna portante di molte famiglie, fonte di un welfare spesso irrinunciabile. Badano ai nipoti quando i genitori sono al lavoro, mandano avanti la casa, sbrigano faccende e commissioni. Della serie, che mondo sarebbe senza i nonni? Ed oltre ad accudire i propri nipoti, non trascurano neanche le finanze per i figli a cui donano fino a mille euro al mese.
Da cento a mille euro al mese
38,3 miliardi: è questa la cifra che ogni anno i 12 milioni circa di nonni ‘donano’ ai propri figli e nipoti. La fotografia è stata scattata da un’indagine condotta da Senior Italia FederAnziani. La cifra si riferisce al 2020, l’anno ‘caldo’ della pandemia, ed è computata sula base del contributo che gli anziani congiunti danno a figli e nipoti per comprare vestiti, giochi, libri, per pagare la scuola o le varie attività dei nipoti, ma anche per pagare il mutuo o l’affitto di casa o semplicemente per fare la spesa. E questo senza calcolare il valore economico dell’attività di accudimento dei nipoti. In base all’indagine, in particolare, il 92,8% dei senior aiuta o ha aiutato economicamente figli e nipoti, facendolo spesso (48%), qualche volta (34,7%) o raramente (10,1%), mentre solo il 7,2% non lo ha mai fatto. Tra coloro che hanno aiutato la famiglia dei figli, il 41,8% ha trasferito mensilmente una cifra compresa tra i 100 e i 500 euro, l’8,2% una cifra compresa tra i 500 e i 1.000 euro, e il 7,3% addirittura ha contribuito mensilmente con oltre 1000 euro. Cifre che proiettate sulla popolazione dei senior conducono a un totale di circa 38,2 miliardi. Insomma, non proprio bruscolini.
Un contributo a fondo perduto
Il 42,2% degli intervistati ha contribuito a sostenere le varie spese per la vita dei nipoti, come l’acquisto di abiti, vestiti, giochi, l’iscrizione a scuola, a corsi di attività fisica, musicale o altro, il 15,5% ha aiutato a pagare il mutuo di casa o l’affitto, il 13,7% ha dato ai propri figli soldi per fare la spesa, il 12,3% ha pagato le bollette dei figli, il 9% le loro tasse. Ma un aiuto altrettanto importante è quello legato alla cura dei nipoti: il 35,5% dedica loro fino a 10 ore a settimana, Il 24,4% se ne occupa tra le 10 e le 20 ore, il 7,4% tra le 20 e le 40 e il 7,4% per oltre 40 ore. Come documenta l’indagine, l’aiuto nell’accudire i nipoti consiste principalmente nel far loro da baby sitter quando i genitori non ci sono (46,2% degli intervistati), nel riprenderli a scuola o accompagnarli nelle varie attività (43,3%), nel portarli al cinema o in altri luoghi di divertimento (9,4%) e nel portarli con sé in vacanza (7,9%).
Un “lavoro” da 3.200 euro al mese
E a fare due conti, fare il nonno o la nonna a tempo pieno potrebbe rivelarsi un impiego redditizio: autisti privati, ma anche animatori e chef a domicilio, per loro la busta paga virtuale si aggirerebbe intorno ai 3.200 euro. Un numero freddo, questo, che mal si addice ad una attività fatta solo di cuore, certo, ma che serve quanto meno a quantificare l’ordine di grandezza dell’assenza di servizi a sostegno di una famiglia con figli e l’importanza di un welfare familiare non sempre riconosciuto. A fare il conto prendendo in considerazione tutte le attività svolte, e le relative paghe orarie riconosciute a chi esercita gli stessi mestieri come lavoratore professionista, attingendo a un database di 600.000 professionisti, suddivisi su 500 categorie di servizi, è Prontopro sulla base di un‘indagine condotta da Senior Italia FederAnziani.
La festa dei nonni
I nonni, quindi, andrebbero festeggiati tutto l’anno. In Italia la loro festa si celebra il 2 ottobre, a norma della legge 159 del 31 luglio 2005 quale “momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale.” La data è stata scelta perché coincide con il ricordo liturgico degli angeli custodi. E quest’anno, in occasione della giornata dedicata alla Festa dei Nonni e delle Nonne, l’Unicef Italia ha lanciato un ”Manifesto dedicato alle Nonne e Nonni Ambasciatori di pace”. Il Manifesto è realizzato in collaborazione con Ancescao-a.p.s./Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti, Auser e Unpli-Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.