Bocciato il DDL Zan. Ma cosa ne pensano gli italiani delle discriminazioni di genere?
La legge non potrà essere riproposta prima di 6 mesi. Mobilitazioni lungo tutto lo stivale.
E infine è arrivata anche la strigliata di Romano Prodi a Enrico Letta che, ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ha affermato: «Il Ddl Zan? Si poteva salvare: hanno cercato l’incidente». Parole con cui l’ex premier ha bocciato la gestione della trattativa del Pd sul disegno di legge contro l’omotransfobia, rimproverando ai Dem di aver voluto strumentalizzare un incidente fin troppo prevedibile. Prevedibile o meno il Ddl Zan è stato affossato al Senato. Con 154 voti a favore, è stata approvata la richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo e procedere a scrutinio segreto, accantonando di fatto il Disegno di legge. Un epilogo che si è consumato in aula tra applausi a scena aperta, urla e braccia al cielo. Una mortificazione per chi, al di fuori di Palazzo Madama, vedeva nella legge Zan un gancio per il riconoscimento di diritti oggi opachi e discutibili. Per i più, con la “tagliola” stabilita per il progetto di legge Zan, è andato in scena l’antipasto delle elezioni al Quirinale.
Un’ondata di proteste
La legge non rivedrà le porte aperte del Senato prima di 6 mesi e in molti non si danno pace. La decisione, infatti, ha scatenato una scia di indignazione lungo tutto lo stivale: 48 piazze mobilitate in 4 giorni per protestare. Non sono mancati appelli e parole di solidarietà alla comunità LGTB+ anche dal mondo dello spettacolo. L’ultima in ordine di tempo è stata la cantante Arisa, che nel corso del programma “Ballando con le Stelle”, in prima serata sabato scorso su Rai 1, ha ballato indossando un décolleté che lasciava intravedere sulle curve del seno la scritta «Ddl Zan». E ancora, Emma e Mika a “XFactor”, Antonella Clerici a “E’ sempre Mezzogiorno”, Alberto Matano a “La Vita in Diretta”. Da Tiziano Ferri a Paola Turci, da Fedez a Sangiovanni, passando per Luciana Littizzetto, Alessandro Gassmann e tanti tanti altri.
DDL Zan, cos’è e cosa prevede?
Il disegno di legge Zan, che prende il nome dal suo creatore, il deputato del PD Alessandro Zan, prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. Una proposta che ha acceso il dibattito pubblico in Italia e ha esacerbato le divisioni del parlamento e di tutto il mondo politico. In base al testo del Ddl approvato alla Camera nel novembre 2020, i reati collegati all’omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il disegno di legge istituisce anche una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del rispetto e dell’inclusione nonché per contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”. La legge Zan è rimasta per diversi mesi ferma a causa dell’ostruzionismo della Lega, che ha sempre sostenuto che la nostra costituzione già sancisca questi reati. La discussione negli ultimi mesi è stata al centro del dibattito dell’opinione pubblica e il suo iter era perciò ripartito.
Cosa ne pensa l’opinione pubblica del DDL Zan?
L’Ipsos ha voluto sondare l’opinione degli italiani ponendo loro alcune domande a riguardo, partendo dal sentiment delle persone riguardo il tema della discriminazione. Alla domanda: “Secondo lei in Italia il problema della discriminazione su base religiosa, etnica, colore della pelle o orientamento sessuale…”, il 54% ha risposto che esiste oggettivamente e il 30% invece ritiene che sia un tema sollevato da pochi intellettuali, mentre il 13% non ha un’opinione chiara a riguardo.
Come secondo pilastro si è indagato su quanto gli italiani fossero informati rispetto al Ddl Zan. E’ stato chiesto: “Saprebbe dirmi che cos’è il DDL Zan di cui si sente spesso parlare in queste ultime settimane?”. Il 59% è a conoscenza dei temi trattati dal disegno di legge, mentre il 5% pensa che sia un provvedimento che permette alle coppie omosessuali di adottare un bambino e il 6% pensa che proponga la possibilità di sposarsi alle coppie omossessuali. Il restante 30% degli intervistati ammette di non saperne nulla e di non averne mai sentito parlare.
Una volta sondata la preparazione del campione, si è indagato se gli intervistati fossero a favore o contro il Ddl chiedendo: “A suo parere il Ddl Zan, che prevede di estendere le pene previste per i reati dl razzismo anche agli atti di discriminazione o violenti per motivi fondati sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere…?”. Per il 49% degli intervistati è una legge giusta e che servirebbe nel nostro paese, mentre per il 31% è una legge sbagliata in quanto le discriminazioni sono già sanzionate dalle leggi vigenti, il restante 20% non ha un’opinione consolidata in merito e preferisce non rispondere.
L’ultima domanda è stata: “Secondo lei affermare che una coppia omosessuale non possa adottare dei bambini…?”. Il 52% ha risposto che è una semplice espressione di opinione, frutto della libertà di pensiero, mentre il 38% ha risposto che è una frase che può incitare atti discriminatori o violenti nei confronti degli omosessuali, il restante 10% ha preferito non esprimersi.
I risultati del sondaggio evidenziano, ancora una volta, una spaccatura nell’opinione pubblica che rispecchia il concitato dibattito politico sul tema dell’omofobia.
La speranza è che la soluzione al problema delle discriminazioni di genere sia solo rimandata.