Alla scoperta di Un posto al sole che splende da 25 anni
Vicini al traguardo delle 6.000 puntate, in onda da più di 25 anni (raggiunti lo scorso ottobre) con ascolti tra il 7 e l’8% di share: ecco, in sintesi, il bilancio di “Un posto al sole”, la soap – daily drama più longeva d’Italia ambientata a Palazzo Palladini a Napoli e in onda su Rai3.
A “Un posto al sole” con l’obiettivo di celebrarne e valorizzarne la longevità, è stato dedicato “La consistenza dell’effimero”, un incontro svoltosi all’Unione Industriali di Napoli e promosso dal presidente della sezione Industria culturale e creativa dell’associazione di Palazzo Partanna e direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli Antonio Parlati.
I NUMERI
Dal 1996 ad oggi sono andate in onda piùdi 5.800 puntate per più di 104 mila scene girate; quasi 17.000 gli attori che hanno fatto il provino, più di 2.000 quelli apparsi nella serie, oltre 100.000 le comparse utilizzate. E nel complicato anno della pandemia la riduzione degli ascolti è stata minima, solo il 3%. Il gruppo di lavoro della produzione che affianca gli 8 registi e i 35 sceneggiatori è composto da più di 200 persone, con investimenti per oltre 140 milioni di euro effettuati in termini di occupazione e servizi sul territorio campano. Ad oggi il 96 % del personale che realizza la serie è campano.
IL PROFILO DEL PUBBLICO
La trasversalità del pubblico di “Un posto al sole” è dimostrata anche dalla eterogenea provenienza geografica: il 40% dei telespettatori proviene dalle regioni del Nord Italia, il 21% dal Centro e il 39% dal Sud e dalle isole. Le regioni che “contribuiscono” maggiormente sono Campania e Lombardia. “Un Posto al Sole” è un’industria a tutti gli effetti, sia per il centro di produzione Rai di Napoli che lo realizza e del quale è uno dei tanti fiori all’occhiello, sia per i temi sociali che il programma affronta.
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
Ma come funziona una macchina organizzativa capace di realizzare 250 episodi da mezz’ora ogni anno da 25 anni? La sequenza produttiva di “Un posto al sole” inizia con la riunione chiave, quella “creativa” nella quale viene decisa la trama dei 5 episodi settimanali, e che per mantenere viva l’attenzione degli spettatori alterna le classiche storie di quotidianità romantiche, familiari e sociali, miscelate con un po’ di commedia, in maniera da attirare la fetta di pubblico più ampia possibile. Ogni episodio viene affidato a un autore, ciascuno dei quali ha un tempo massimo di 16-18 ore per completarne la scrittura.
Con tanti scrittori, dialoghisti e registi coinvolti, c’è bisogno di mantenere la coerenza generale della serie, dei suoi personaggi e delle loro vicende. E quindi, per avere una visione globale dell’intero prodotto, tutti gli episodi vengono sempre supervisionati dal produttore creativo.
UNA MECCANISMO COMPLESSO CHE GIRA ALLA PERFEZIONE
In sede di montaggio si organizza infine la migliore sequenza logica ed emozionale per ogni puntata, risolvendo ove necessario eventuali incongruenze di scrittura. E mentre si completano le scene da mandare in onda, altre scene nel frattempo vengono preparate e scritte, altre vengono girate, altre ancora vengono montate, il tutto in un flusso continuo che interrompe le registrazioni per due sole settimane all’anno. Un’organizzazione industriale efficiente e attenta ad ogni dettaglio produttivo, una macchina organizzativa complessa che gira da 25 anni alla perfezione.
UN PAESE IN MOVIMENTO
La pressione temporale di dover realizzare ogni giorno tutto questo è una delle principali sfide di un daily drama come Un posto al sole. Il racconto quotidiano di un personaggio consente di entrare nell’intimità della sua vita e di immedesimarsi in esso, raccontando tanto i drammi quanto i momenti di felicità e le avventure a lieto fine. Proprio per questo, decisioni come ad esempio l’uscita di scena di un personaggio vanno valutate con attenzione per le numerose conseguenze che possono avere negli equilibri narrativi.
Oltre alla possibilità offerta al pubblico di essere coinvolto attraverso gli intrecci delle storie, l’aspetto decisivo delle trame è quello di scegliere temi sociali importanti e di attualità, dal bullismo alla violenza contro le donne, ad esempio, e trattare questi argomenti delicati con sfumature e approfondimenti. Essere legati alla realtà quotidiana e raccontare tematiche sociali dettate dall’urgenza dell’attualità, è ovviamente non solo un fattore di complessità (considerato che le storie sono scritte 5 mesi prima di andare in onda) ma anche un punto di forza.
Questo meccanismo di scrittura collettiva, che tiene conto cioè del sentiment del pubblico rende quest’ultimo il vero co-autore della serie. Un Posto al Sole finisce così con il raccontare un paese in movimento, motivo per il quale non “invecchia” mai.
Enzo Agliardi
Flaminia Eboli