Energia (e politica?): non portiamo indietro le lancette dell’orologio.
Dai fusilli ai fusi orari, questioni piccole e grandi in tema di energia
Mentre sui social come sui giornali e in tv ancora imperversa la decisiva questione del cuocere o meno la pasta a fuoco spento c’è un altro tema, poco trattato evidentemente perché minoritario, che riguarda il risparmio energetico: l’ora legale. Il 31 ottobre è previsto nuovamente lo spostamento delle lancette indietro di un’ora con il ripristino di quella che viene definita l’ora solare. Secondo le stime di Terna dovremmo aver ottenuto in sette mesi, da quando a marzo facemmo fare un giro inverso alle lancette, un risparmio di 420 milioni di kilowattora di energia elettrica, ovvero il fabbisogno annuo medio di ben 150 mila famiglie! Tradotto sul piano dell’inquinamento e dei conti si tratta di: 200 mila tonnellate di anidride carbonica in meno immesse nell’atmosfera per un risparmio economico non inferiore a 190 milioni di euro. Niente male, quest’anno però si pone in maniera più pressante una domanda: non sarebbe forse utile approfondire per tempo la questione e valutare se non sia il caso di tenere sempre e immutabilmente le lancette così come sono adesso, sull’orario che per convenzione definiamo ora legale?
L’apertura del Parlamento Europeo
In verità vi è già una apertura in questa direzione del Parlamento Europeo e risale al 2018. Nel caldo luglio di quell’anno in Europa l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno passò con una larghissima maggioranza: l’84%. Il tempo tecnico di riflettere per organizzarsi e venne la pandemia, stravolse ordini del giorno e priorità, la facoltà riconosciuta in Europa rimase lettera morta ovunque, o quasi. La Francia, infatti, ha già deciso di abolire per sempre il cambio orario e di tenere continuativamente quella che chiamiamo ora legale.
Lo studio della Società Italiana di Medicina Ambientale
Qualcuno tra quelli che se ne intendono ha già da tempo provato a verificare con studi dedicati che cosa accadrebbe nel caso che anche in Italia adottassimo sempre, per tutti e dodici i mesi dell’anno, solo ed esclusivamente l’ora legale. Lo ha fatto la Società Italiana di Medicina Ambientale ed è emerso che il risparmio energetico derivante dall’adozione permanente dell’ora legale consentirebbe di tagliare pesantemente le emissioni climalteranti con un beneficio paragonabile a quello che otterremmo piantando 2 milioni di alberi, con conseguenze positive sulla salute oltre che “risparmi economici dovuti alla riduzione della combustione di fonti fossili per illuminazione e riscaldamento”. Parola di Alessandro Miani, Presidente della Sima.
Spostare le lancette fa male al Cuore?
E che spostare le lancette avanti e indietro non faccia benissimo alla salute è un fatto confermato da studi anche meno recenti. Aumentano, infatti, infarti, infortuni sul lavoro e incidenti stradali. L’ora legale per sempre, di riflesso, pare determinare anche un effetto positivo indiretto, quale la riduzione dei fenomeni di microcriminalità, per via di un numero minore di ore di buio vissute per strada. Di converso anche svegliarsi prima dell’alba non sembra essere esattamente un toccasana, tuttavia stressando il tema si può pensare a cosa accadrebbe nel giorno più corto dell’anno. Nel solstizio d’inverno, il 21 dicembre, l’alba salirebbe intorno alle 8.35, invece che alle 7,35. Ne conseguirebbe che la romanticheria del tramonto si sposterebbe da poco dopo le 16.40 a poco dopo le 17.40. negli altri giorni il “vantaggio” di avere l’ora legale tutto l’anno sarebbe ancora più marcato, tanto più in un Paese che – pur mantenendo una intensa tradizione operaia – ha avuto due fortissimi mutamenti da quando l’ora legale venne introdotta: il ciclo continuo nelle fabbriche, per esempio dell’automotive (che annulla i vantaggi dell’ora legale e dell’ora solare, prevedendo continuità di lavoro per tutto l’arco della giornata, su turni) e la progressiva prevalenza del settore dei servizi, dove evidentemente l’inizio del lavoro meno spesso capita che sia alle sei del mattino.
Un titolo molto indovinato di Cuore, il settimanale satirico ideato e diretto da Michele Serra, in quel periodo storico nel quale ancora si poteva fare satira, prima che esplodesse la stagione dei perennemente offesi e della gogna digitale, recitava così: scatta l’ora legale, panico tra i socialisti. Ora forse il panico – e non solo per i socialisti, se ancora ve ne sono – potrebbe scattare se non si mantiene – sempre – quell’ora “legale”.