La comunicazione d’impresa ai tempi del Covid
Come cambia la comunicazione aziendale con l’emergenza Covid? Qualche risposta arriva dal rapporto Censis-Ascai sulla comunicazione d’impresa in Italia, che attraverso le opinioni di lavoratori e comunicatori d’impresa di aziende medio-grandi, ha rilevato i modelli che stanno guidando i comportamenti di oggi e le tendenze di domani.
Tenuta psicologica contro la pressione dell’emergenza
La pandemia ha avuto effetti immediati e intensi sui contesti aziendali e sulla comunicazione delle aziende con i loro dipendenti. Il 93,2% dei lavoratori italiani ha potuto leggere e ascoltare su media, web e social l’advertising delle aziende. Ampia è stata la visibilità della comunicazione corporate, da quella mirata volta a ringraziare i propri dipendenti per l’impegno profuso al richiamo ad iniziative di solidarietà per la comunità, fino alle incitazioni a comportamenti responsabili. Alto è stato l’apprezzamento verso tali iniziative. E in una atmosfera di spaesamento e incertezza, la scelta comunicativa di dire “Io ci sono”, dando un concreto segnale di presenza ha fatto breccia tra i lavoratori ispirando sentimenti di ottimismo, fiducia e positività fondamentali per la tenuta, anche psicologica, nella pressione dell’emergenza.
Cresce il peso della comunicazione aziendale nei processi decisionali
Per il 52,6% dei lavoratori italiani anche dopo il Covid ci sarà più smartworking. L’esperimento di massa del lavoro a distanza avvenuto durante il lockdown non sarà dunque estemporaneo, ed è anzi destinato a ridefinire il lavoro e il rapporto tra dipendenti e azienda. Il 52,6% degli intervistati ritiene che il peso della comunicazione aziendale nei processi decisionali crescerà ulteriormente, avendo saputo conquistare nel tempo un suo specifico campo di azione. Per il 94,9% degli intervistati nel futuro gli strumenti e o i canali di comunicazione interna dovranno essere continuamente aggiornati e sostituiti, per il 92,3% si lavorerà più in modalità virtuale, meno in compresenza fisica. Una spinta all’innovazione che per l’83,3% degli intervistati renderà necessario sviluppare ai professionisti nuove competenze digitali, culturali e relazionali per stare al passo coi tempi.
Gli insegnamenti per lavoratori, imprenditori e comunicatori: vince la comunicazione “autentica”
Gli operatori intervistati restituiscono il quadro di una comunicazione aziendale che durante la pandemia ha aumentato il proprio coinvolgimento nei processi decisionali. La comunicazione aziendale ha saputo trovare le tonalità giuste per dialogare con i lavoratori facendoli sembrare parte di una comunità più ampia, che minimizza il rischio di lasciare indietro qualcuno e che guarda loro come persone portatrici di bisogni e aspettative, anziché come meri operatori economici. Nell’emergenza sanitaria ha vinto una comunicazione autentica, quella che ha saputo toccare le corde più intime dei bisogni e delle aspettative individuali, mostrando ad esempio attenzione al posto di lavoro, al benessere dei dipendenti, o mettendosi a disposizione della collettività. L’emergenza Covid-19 apre dunque una fase nuova, in cui la comunicazione aziendale tout court è chiamata a vincere la sfida dell’autenticità: non è più tempo di photoshop, insomma.