Mammo o papà?
Come è cambiato il ruolo dei papà nella società moderna e nell’organizzazione familiare
Lo riporta addirittura la Treccani. Mammo: sostantivo, maschile di mamma – “Uomo che, nella cura dei figli e nella gestione della casa, svolge le funzioni che sono state tradizionalmente proprie di una mamma; anche con usi scherzosi”. Quante volte abbiamo sentito chiamare “mammi” alcuni papà solo perché teneri o premurosi? Le parole sono importanti e a volte pesano come macigni. Come se soltanto una mamma potesse riservare al proprio figlio certe cure e attenzioni.
Ma chi è e cosa fa il mammo?
Secondo l’istituto Riza “Il mammo è un uomo serio e affidabile, con uno spiccato senso della famiglia, che, pur senza rinunciare all’immagine sociale di maschio e di lavoratore, dopo la nascita dei figli dedica ad essi la quasi totalità del suo tempo extra-lavoro, dando presenza, affettività e gesti concreti che di solito sono di competenza femminile. Con la dedizione, la pazienza e la resistenza alla fatica tipici di una brava madre. Cucina quasi sempre lui, accudisce i bambini, gioca tantissimo con loro, li consola, li incoraggia. Il mammo li veste, li cambia, spesso sa lavare, stendere e stirare, conosce i loro gusti, i rituali, le esigenze e si fa in quattro per soddisfarli, riuscendoci”. Ma rileggendo questa articolata definizione, emerge solo una cosa: il mammo è il papà. Il papà è il mammo. Questa è la definizione di padre. Neanche di “buon padre”, perché questo dovrebbe essere il livello base di qualsiasi genitore di genere maschile.
Il ruolo dei padri è profondamente cambiato, merito anche di una società che sta percorrendo sempre di più la strada verso la parità di genere. L’immagine dell’uomo in carriera capace di essere anche un padre partecipe sta prendendo piede, come dimostrano le nuove politiche lavorative di aziende quali Facebook o Change.org, solo per fare un esempio, che prevedono nei contratti generosi congedi parentali. L’emancipazione femminile da un lato e la parità di genere dall’altro hanno contribuito a eliminare quasi del tutto quella figura di padre-padrone che solo mezzo secolo fa si trovava nella maggior parte delle famiglie.
Sono lontani i tempi di “Tre uomini e una culla”, la commedia francese degli anni ottanta che racconta la metamorfosi di tre scapoli impenitenti in amorevoli genitori di una piccola bambina. In quegli stessi anni negli Stati Uniti i padri a casa per prendersi cura dei figli erano oltre un milione. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Il tema è stato più volte sdoganato. In Italia, “Il mammo” è stata una sit-com di successo trasmessa su Canale 5, iniziata nel 2004 e durata tre stagioni. Nel 2016, addirittura, la Lego lanciava fra i suoi personaggi una rappresentazione di “nuova famiglia”: padre hipster armato di biberon e carrozzina con bebè e madre in tailleur e valigetta portadocumenti.
Sahd- Stay at home Dad
E sì, i padri di oggi fortunatamente diversi. Pensare che il loro compito sia solo quello di lavorare e quello di una madre solo di crescere i propri figli appare quasi surreale. È un gioco di squadra che funziona solo se entrambi i giocatori lavorano ad armi pari.
Per definire questa nuova figura di papà sempre più presente in casa e nella vita dei propri figli, è stata coniato anche l’appellativo di Sahd, acronimo per Stay at home Dad, ovvero il papà che resta a casa. Un atteggiamento che sta spianando la strada verso la parità di genere. Nonostante, infatti, ancora oggi per molte donne sia faticoso riuscire a conciliare impegni lavorativi da un lato e il ruolo di madre dall’altro, è anche vero che sono molti i padri che scelgono di dare attivamente il loro contributo affinché tutto questo si semplifichi. E chiamare mammo un papà significa dirgli che “non si trova al suo posto” e femminilizzare l’uomo che accudisce i figli conferma di fatto che tale attività sia un’attitudine di genere. Smettiamola, quindi. Papà, al contrario, è un bellissimo nome per descrivere non solo chi ha messo al mondo i propri figli ma anche chi ha deciso di essere un buon genitore, indipendentemente dal DNA.