L’Italia ai tempi del Covid “si fa in quattro”, fra normalizzatori, indietreggianti, resilienti e insorgenti
Una famosa “serie” di barzellette inizia con il classico “ci sta un napoletano, un tedesco, un francese e un americano”, in questo modo sottolineando le diverse tipologie di reazioni e comportamenti che le persone possono avere in base alle “attitudini”, per così dire, di ciascuno. Trasferendo il tutto ai tempi ben più tristi purtroppo di oggi del Covid, potemmo dire che “ci stanno i normalizzatori, gli indietreggianti, i resilienti e gli insorgenti”. E’ così infatti che il Cnel definisce gli italiani in base a come stanno uscendo (ammesso che stiano uscendo…) dall’esperienza del Covid. Uno studio del Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro prova a rispondere infatti ad alcune domande di grande attualità: cosa resterà, a seguito della pandemia, nei comportamenti e nei modi di essere e di pensare degli italiani, come sono mutati i loro stili di vita, quali sono i fattori e le modalità di comportamento che stanno rientrando e quali quelli che invece dureranno a lungo?
Community di sentimento
Nel primo periodo post Covid, lo scorso anno, gli italiani hanno manifestato in quattro macrocategorie diversi atteggiamenti e percorsi di uscita dall’emergenza. Il Cnel parla di agglomerati omogenei di comportamento, community di sentimento temporaneo in cui le persone si raggruppano per identità, significati, cultura di consumo, gusto e flusso narrativo, comune immaginare, sentire, praticare, acquistare, sognare, emozionare, percepire e manifestare i valori, e altri numerosi indicatori ancora.
Quattro categorie
La prima categoria, che coinvolge il 19 per cento della popolazione, è quella dei “normalizzatori”, vale a dire quelle persone che affermano che “tutto per loro sarà come prima”.
La seconda community è quella degli “indietreggianti”, che riguarda il 39 per cento delle persone ed è composta, nelle sue “specifiche correnti”, volendo utilizzare un gergo politico, da chi intende mantenere anche post emergenza una dimensione attenta all’essenziale (20 per cento), da chi è più sfiduciata (9 per cento) e fragile (6 per cento) della media, con il bisogno di esprimere maggiore affettuosità (4 per cento).
Il terzo gruppo è quello rappresentato dai “resilienti” (11 per cento), e più in particolare da quelle persone che mostrano la volontà di rispondere al peso della pandemia impegnandosi di più (7 per cento) oppure assumendo un atteggiamento più altruistico (4 per cento).
Infine ci sono gli insorgenti (che rappresentano il 31 per cento), vale a dire quella quota di persone che ritiene necessario imprimere una accelerazione nella risposta alle difficoltà del Covid-19 e che si caratterizzano per determinazione (9 per cento) organizzazione (12 per cento), forza (6 per cento) e maggiore gioiosità (4 per cento).
I fattori di comportamento
Questi comportamenti, si legge nello studio del Cnel, sono il frutto del complesso delle interazioni che si generano almeno tra quattro fattori: l’esperienza di vita quotidiana (in termini professionali, familiari e d’interscambio relazionale); il risultato delle proprie convinzioni e identità (vale a dire valori, tradizione, credenze, punti di vista, dimensione culturale posseduta); le narrazioni e le dimensioni emozionali proposte dai media e dai social network; e ancora dal clima socio-culturale presente nel gruppo di appartenenza, nelle reti esistenziali ed esperenziali in cui opera una persona, fino al mood del territorio che si respira nel Paese.
L’Italia del futuro
L’Italia emerge così come un paese in parte ripiegato su se stesso, nel quale le persone possono anche far parte a seconda del momento di più community, un paese in cui esse saranno più individualiste ma allo stesso tempo anche più legate agli affetti e alla famiglia; meno propense a spendere perché più povere, con la crescita delle diseguaglianze e dell’incertezza, a tratti spaventate e ferite ma anche rancorose, alla ricerca di rassicurazioni, impegnate a fare scorte di viveri, alla ricerca di materiali e strumenti per proteggersi e disinfettarsi, ma anche a cercare forme di comunanza e unità.