Napoli, la Villa Comunale, il Monte di Pietà e i “Wake Up Caller”
Le competenze hanno una rapidissima obsolescenza e il 65% dei bambini che oggi sono all’asilo faranno lavori che non esistono ancora.
Vi sono invece altre figure professionali che vanno prendendo forma ed è utile intercettarne la domanda esistente e potenziale per investire per tempo sulla loro formazione, così da averne in un numero adeguato preparate per tempo.
Tra queste nuovissima – quanto meno nella formulazione – appare la figura professionale del Wake Up Caller. L’espressione, doverosamente in inglese, riprende e mette a sistema un fenomeno abbastanza consueto e decisamente sottovalutato.
Quello degli “Scetatori” si direbbe in napoletano. No, niente a che vedere con il servizio offerto dalla società dei telefoni, quello immortalato da Truffaut ne L’uomo che amava le donne con il telefono che suona all’orario prestabilito per fare da sveglia, la centralinista che dà il buongiorno e Bertrand che prova ad attaccare bottone (dialoghi ed esiti che farebbero rabbrividire un certo puritanesimo contemporaneo).
I WUC di questo tempo svegliano in senso per lo più metaforico e di solito non si prendono troppi complimenti. Hanno di base queste attitudini: spirito di osservazione e di iniziativa, capacità di proposizione e di proiezione su possibili investimenti. Anche se questi ultimi non dovessero essere finalizzati. Non importa, non importa più.
Gli ispiratori, tra Villa Comunale di Napoli e Monte di Pietà
Alcuni episodi recenti occorsi nella Napoli contemporanea possono rendere meglio l’idea.
Il Monte di Pietà é un gioiello storico nel pieno Centro Storico di Napoli fuori da qualsiasi orbita di recupero, valorizzazione, restituzione alla città.
Ora c’è un interesse, di un imprenditore locale, che punta a rilevarlo per 8 milioni e mezzo di euro e a dargli vita nuova con un progetto già strutturato.
Naturalmente c’è l’opportunità per il Pubblico, in questo caso la Regione, di esercitare un diritto di prelazione, trattandosi di un bene di evidente interesse pubblico. Vedremo.
La Villa Comunale di Napoli ristà in uno stato di degrado e incuria da un tempo così lungo da far sembrare questa la sua condizione naturale di sempre.
Ora c’è un bando del Comune di Napoli che ne affida la manutenzione e l’animazione – sempre sotto l’occhio vigile pubblico – a una associazione per i prossimi tre anni, a fronte dell’impegno di quest’ultima a raccogliere e investire 850mila euro per tutto quanto occorre a ridarle pulizia, cura del verde, restituzione piena alla città.
Nell’uno e nell’altro caso, di là dalle valutazioni di merito, vi è già un dato incontrovertibile: due situazioni di degrado e di incuria rischiano di avere una vita nuova. Un problema serissimo per taluni. Che sia il pubblico o il privato a intervenire si vedrà, che sia stato un privato (un imprenditore in un caso, un’associazione nell’altro) a svegliare le (in)coscienze è incontrovertibile.
Che ai medesimi soggetti privati per il momento quasi nessuno dei migliori maitre a penser, talvolta anche di penser au metre, abbia riconosciuto quanto meno il ruolo di “scetatori” pure.
Al contrario, per i privati fioccano critiche così aspre che si finisce per dimenticare che le responsabilità del degrado sono in capo ad altri. Un capolavoro narrativo.
E allora perché non sistematizzare il modello e renderlo strutturale?
Le opportunità di formare nuove figure professionali
L’opportunità è evidente, si tratta di selezionare e formare qualche centinaio di giovani capaci di intercettare strutture abbandonate e di avviare interlocuzioni finalizzate al loro recupero attraverso l’intervento di un privato (anche senza un reale interesse potrebbe andare bene). Non occorre spendere troppo in progettualità, perché facile che poi il pubblico, scetatosi, finalmente si attivi e voglia o debba, per via delle pressioni ricevute, fare da sé.
A occhio e croce ci sono molte potenzialità, potrebbe essere anche una evoluzione di figure rimaste un po’ a mezz’aria, come i navigator. Da navigator a wake up caller ne guadagnerebbero di sicuro, quanto meno in reputazione diffusa. Hai visto mai. Pronto, pronto, c’è qualcuno?