Annientare, Houellebecq e un enigmatico cambio di registro
Il romanzo e la realtà
Annientare è ambientato nel 2026 – 2027, in Francia sono prossime le elezioni e uno dei protagonisti di punta è il Ministro dell’Economia, Bruno Juge. In Francia quest’anno, nel 2022, si terranno le elezioni e l’attuale Ministro dell’Economia del Governo guidato da Emmanuel Macron si chiama Bruno Le Maire.
Sembra di vederlo sorridere, beffardo, Houellebecq mentre architetta, riassembla, mischia sapientemente fatti reali, cronaca recente, e invenzioni e restituisce un romanzo corposo ma che si fa leggere fluido, come una serie televisiva che prende forma direttamente nella testa. Fluido ma mai accomodante; amaro, tagliente piuttosto, e come sempre a tratti salutarmente disturbante.
Lo scrittore francese posa ancora una volta lo sguardo, feroce e irridente, sulla realtà contemporanea senza infingimenti e senza compassione, infila la punta del coltello nella carne viva di questo tempo e fa affiorare il pus di esistenze condotte senza profondità, anestetizzate, connotate dalla diffusa incapacità di trovare un proprio posto nel mondo. Corpi senza una spiritualità, potrebbe dirsi.
Houellebecq scava e dipana
La ricercatezza della parola o l’estrema raffinatezza del linguaggio non rappresentano da mai la cifra stilistica di Houellebecq.
Scrive in un modo che appare semplice, diretto, quasi come se venisse di getto. E intanto scava. Scava nella solitudine dell’uomo contemporaneo, che cresce se diventa potente. Scava e sbeffeggia maligno un certo prototipo di progressismo della parvenza, di chi é capace delle peggiori nefandezze per apparire un individuo migliore (con Indy, in particolare).
Scava nelle esistenze condotte sempre “su un fianco”, nelle relazioni umane e familiari che rispondono a codici difficili da modificare, a dialoghi padre figlio chiusi in tanti, diversi silenzi.
Mentre dipana la trama affiorano ovunque, come sempre, riferimenti colti (Balzac, Pascal anche qui) o taglienti (su Chirac, come su Freud) o di attualità metropolitana (il fenomeno wicca) o di verità poco raccontate (la malattia e il sesso). Spesso vi è l’occasione di prendere un appunto, segnarsi un luogo, un riferimento, una critica da approfondire, un pensiero. Il peccato originario della Chiesa è la speranza, per esempio. Con tutto quel che ne consegue.
I temi: quelli cari e una sorpresa
Houellebecq è assai colto, ha uno sguardo sul tempo contemporaneo prezioso, offre un volo d’angelo su questo Occidente come pochi sanno fare, affronta temi delicati in maniera radicale.
Lo sguardo distopico sul futuro (e quindi sul presente), la crisi della società occidentale, la centralità di temi quali la malattia e la morte (tutte le religioni in fondo non si occupano che di questo) anche qui sono ben presenti.
Da navigato vaticinante reazionario, capace di analizzare i mali del mondo e di portarli fino alle loro estreme conseguenze, Houellebecq non fa mancare la sua carezza fredda ma consolatoria ai suoi lettori affezionati.
La posizione critica su un certo modo di intendere l’eutanasia è un manifesto politico, così come l’urgenza di considerare un tema grande come un Paese: i vecchi e la brutale e diffusa tendenza a tenerli come componente sacrificabile di una società votata al produttivismo, refrattaria all’impegno che richiede la memoria, la fisicità, il confronto con la caducità dell’esistenza, inconsapevole ormai della ricchezza che può trasmettere chi della vita ha avuto una ben più lunga esperienza. Ancora più in un tempo che accelera come non mai.
L’amore tra un uomo e una donna è – sorpresa – l’unica forma di consolazione in una esistenza che volge inevitabilmente al peggio. E vale di generazione in generazione.
La misoginia che in altri contesti è stata impuntata a Houellebecq qui non trova appiglio alcuno. Al contrario in almeno due occasioni l’autore si sofferma a notare come ci siano situazioni e intuizioni che per le donne sono più familiari, come se avessero maggiore confidenza con la vita, in fondo. (Come di fatti è, ma che emerga da Annientare non è scontato).
Qua e là riferimenti più o meno diretti alla cronaca politica contemporanea, abolire il senato porta male o uno dei personaggi della campagna elettorale che nasce dalla tv, fanno anche tanto Italia. Anche se Oltralpe non sono certo da meno, l’ultradestra ha infatti trovato degna rappresentanza nel giornalista e volto televisivo Eric Zemmour, recentemente condannato per incitamento all’odio e citato più volte nel romanzo.
Ombre e luci, sul fondo
Come pure in passato, anche qui Houellebecq talvolta si attarda in articolate descrizioni di oggetti o situazioni che non sembrano aggiungere molto né alla trama, né al mood, né all’estetica del romanzo e se in alcuni casi possono interessare per semplice curiosità, in altre rischiano di apparire con una funzione meramente riempitiva.
Anche la scelta, bella, di confinare nei sogni del protagonista alcune sensazioni, paure, segni premonitori, non sempre appare sviluppata in maniera memorabile.
Poco convincente è poi la narrazione delle reazioni dinanzi a un suicidio. Ci si aspetterebbe che gli affetti più cari abbiano da questo evento delle reazioni forti, anche poco razionali, di sconvolgimento, di riflessione. Invece accade poco o nulla.
Forse si può considerare che questa aspettativa, l’aspettativa che dopo un suicidio accada qualcosa di rilevante nella vita di chi resta, non sia disattesa ma semplicemente mal riposta, che quella narrazione non occorra e che l’attesa derivi in realtà solo dal brodo di cultura che informa i luoghi di formazione e di elezione di chi legge. Poco mitteleuropeo, poco metropolitano. O si può supporre che, per altri versi, sia anche questo sintomatico di una stato di diffusa anestesia delle relazioni, di rimozione della morte e che Houellebecq voglia rimarcare questo. E tuttavia questo approccio pare un poco troppo generoso nei confronti dell’autore.
L’enigmatico cambio di registro
Annientare contiene un enigmatico cambio netto di registro che taglia in due il romanzo. I due terzi del libro sembrano centrati su una sfera pubblica, con una spy story vagamente mistica e sviluppata secondo i meccanismi più contemporanei. Di colpo l’obiettivo si restringe sulla vita privata del protagonista, cambia completamente centro e lascia sfumare senza risolvere, né affrontare i temi aperti nella prima parte. Intanto il titolo rimane meglio ancorato alla prima parte, come se fosse una puntata speciale della serie Black Mirror, mentre si adatta meno immediatamente al resto.
Difficile indovinare le ragioni di questo switch, illazioni naturalmente sono sempre possibili. Quella più immediata e banale può riguardare semplicemente un cambio di ispirazione. La storia lo ha condotto in altre situazioni e lui ha semplicemente seguito la vena ispiratrice. Poco probabile, vien da dire subito. E troppo romantico, pure.
Viene poi il sospetto che il cambio di registro sia dipeso da altro, se non dalla prolungata mancanza di ispirazione da mutamenti nella realtà (nella politica francese, in particolare) che mal si attanagliavano con lo svolgimento della trama previsto dall’autore. Così, vista comunque la necessità di proseguire e di andare in stampa ben prima delle elezioni francesi (che dovrebbero esserci tra aprile e giugno prossimi), Houellebecq potrebbe aver optato per una via di fuga, cavalcando temi usuali e aggiungendo un po’ di amaro miele.
L’ipotesi più ottimistica potrebbe tingere di rosa il retroscena: Houellebecq potrebbe aver incontrato una donna ed essersene perdutamente innamorato. Da lì il cambio di registro, la restituzione dell’immagine della donna come capace di intuizioni sconosciute agli uomini, la consolazione dalla vita rinvenibile solo nell’amore tra un uomo e una donna e un cedimento finale con frase ad effetto.
Illazioni, naturalmente.
Con Annientare Houellebecq avrà voluto raccontare come le vite private possano venire sconvolte, cambiare corso all’improvviso. E se può cambiare all’improvviso, nella realtà, la vita privata tanto che gli accadimenti pubblici diventano praticamente irrilevanti, perché non dovrebbe questo capitare in un libro, perché non dovrebbe essere traslato in un romanzo?
In fondo la verità non la sapremo mai, maledetto Houellebecq, scrittore che invecchiando torna sempre più spesso sui temi della morte (tutte le religioni ma anche molti scrittori invecchiando in fondo non si occupano che di questo) come se questo aggiungesse un quid di sacralità all’opera e a chi la scrive.***
Annientare, 752 pagine, è uscito in Italia il 7 gennaio 2022 per La Nave di Teseo. La copertina non è a due fasce orizzontali come nell’edizione francese, ma si presenta con tinte assai vivaci. Seppure in piccolo, è riportata la figura di una donna, Prudence, la compagna del protagonista Paul (entrambi devono il loro nome ai Beatles, quasi una predestinazione).